Talvolta si sente parlare dell’optometria in un’ipotetica e “pura” forma. Cioè dell’optometria senza la fornitura di occhiali e lenti. Mi pare un errore, e poi un’invenzione sconnessa dalla realtà e anche una trappola.
Similmente, e da tempo si osserva che le prescrizioni mediche sono non ben applicabili e devono essere verificate da ottici e optometristi (O&O). Le stime oscillano tra il 20 e il 70%. Ossia tra 20 e 70 occhiali su 100 ha qualche errore nella refrazione (effettuata da medici) che può dare problemi (anche se non è detto sempre la persona si lamenti di fastidi).
Frequentemente una ricetta medica di lenti riporta l’indicazione “da verificare” o “da controllare” perché ci sono aspetti tecnici e scelte possibili solo quando l’intero dispositivo è definito.
Le lenti cambiano di effetto visivo se la loro posizione varia rispetto all’occhio, come cambiasse la loro forma o le caratteristiche ottiche; è fenomeno ben noto in ottica oftalmica e non facile da capire interamente.
La condizione di prescrizione che è sempre “quasi” completa crea vari problemi.
- Di chi è la responsabilità di una prescrizione che viene cambiata?
- Qual è la variazione accettabile rispetto alla prescrizione iniziale?
- Tutte le prescrizioni mediche andrebbero controllate da chi realizza il dispositivo? (per ovvie ragioni, perché chi realizza il dispositivo è immediato responsabile della sua funzionalità)
- Qualsiasi prescrizione di lenti (che sono sempre individualizzate a differenza dei farmaci) - ha sempre una responsabilità condivisa tra chi prescrive e chi realizza?
Una sola condizione risolve immediatamente i problemi citati: che esaminatore e fornitore di dispositivo siano la stessa persona.