Abilitazione professionale di ottico, dal 2021

La nuova Ordinanza (2021) riguardo l’Abilitazione per ottico è stata benvenuta perché la precedente versione (2016) aveva generato tanti problemi e ambiguità che era necessaria una radicale revisione.

Molti avevano già da mesi/anni comunicato tali problemi (ad es. le associazioni di categoria, la rete delle scuole statali e vari altri, anch'io a titolo individuale, ad es. quiqui, qui e qui). Piace immaginare le osservazioni abbiano trovato ascolto.

Prima di tutto, va ricordato che l’Abilitazione di Ottico necessita di un esame di Stato, alla presenza di docenti, rappresentanti del Ministero della Salute, della Regione, della Categoria

Talvolta si sente citare "di tutto” al riguardo: ottico abilitato attraverso apprendistato oppure formato “on-the-job”… Oltre a essere frutto di ignoranza di realtà e leggi ma anche malafede, mi pare di aver notato derivi da traduzioni inadeguate dalla realtà statunitense, dove i ruoli sono ben diversi. 

L’Ordinanza ribadisce che non è così.

Pro:

  • Dà il giusto ruolo in sede d'esame agli Insegnanti Tecnico-Pratici (ITP) che sono responsabili in autonomia della didattica e della valutazione durante l’intero percorso formativo per le discipline di Esercitazioni di Lenti oftalmiche, di Optometria, di Contattologia e in codocenza per Ottica e Discipline sanitarie. Nessun docente nella precedente ordinanza poteva strutturare la parte pratica (prioritaria e indispensabile) dell’Esame.
  • Implicitamente chiarisce che - generalmente parlando - l'ottico è un "Operatore sanitario", che si muove all’interno del Servizio Sanitario Nazionale (istituito nel 1978). In alternativa, si può dire che la famiglia generale che include l'ottico è quella delle "professioni sanitarie ausiliarie” per le quali sono previsti particolari requisiti.
  • Ribadisce il legame con i laureati in Ottica e Optometria che hanno un percorso specifico. Ottica e Optometria (che implica l’abilitazione in ottica) si stanno sempre più consolidando come unico ambito con due livelli.
  • Nessun percorso specifico è previsto per altri laureati (ad es. in Ortottica) che alcuni si ostinano a considerare come formazione “analoga” mentre ruolo e scopi professionali sono ben diversi. 

Contro: 

  • Le parole del titolo previsto è in alcuni contorto, quasi ambiguo: "Abilitazione all’esercizio dell’arte ausiliaria della professione sanitaria di Ottico”. Si sa che l’Ordinanza deve far riferimento al Regio Decreto del 1928 (TU del 1934 che regolamenta tutta la sanità, medici compresi) e l’Ordinanza non la può cambiare, ma ora “arte ausiliaria della professione sanitaria” non ha davvero senso. Perché “ausiliaria” non ha senso in quanto l’ottico è figura dotata di ampia autonomia e soprattutto responsabilità. 
  • "Ausiliaria della professione sanitaria” ha pure poco senso, dato che le professioni sanitarie sono molte più del 1928 (circa 8+22+ altre 2-3 in via di definizione) e la quasi totalità di queste non ha la capacità di rilasciare una “prescrizione” per occhiali e lenti, anzi alcune professioni non hanno nemmeno propria attività autonoma, invece prevista per l’ottico sin dal 1928.

Seguono approfondimenti...

©Anto Rossetti