Ricetta “classica” e trasposta per lenti astigmatiche?

Nella formazione in ottica, pare si stia malamente diffondendo una tendenza che non conoscevo, non so da quale tradizione arrivi e mi pare incoerente, se non sbagliata. 

Si parla di lenti astigmatiche notate come “ricetta classica” o come trasposta. La sfero-cilindrica nella forma “classica” immagino sia nella notazione sfero-cilindrica che tradizionalmente si dice a segni concordi. Il termine “classico” mi pare inutile e non contiene nessuna indicazione tecnica, mentre il termine "a segni concordi” di tradizione chiarisce bene la cosa. 

Pertanto sconsiglio l’uso dei termini “ricetta classica” o “notazione classica”.  

Una rapida ricerca web mi ha restituito solo un link di contesto riguardo “ricetta classica” o "sfero-cilindrica classica”. Altro link riguardava una UDA per ottici dal sito Indire che riportava il termine “ricetta classica”, pertanto in una sede nobile. Fortunatamente, pare che questa definizione disfunzionale, non sia diffusa, e spero che non prenda piede.

Non ho trovato nemmeno quest’uso in inglese (classical prescription or classical notation).

Dissento anche dall’uso del termine “ricetta” in questo modo e preferisco "sfero-cilindrica”. La ricetta è generalmente la prescrizione nel suo complesso, non solo la notazione della lente. 

Le trasposte permettono di passare tra diverse notazioni equivalenti delle lenti astigmatiche. Pertanto la "trasposizione” avviene passando da una forma all’altra, non solo in una direzione. 

Usare la notazione con il cilindro positivo o il cilindro negativo è una consuetudine e il negativo è più comune (ad es. legato all’uso del forottero). Scrivere in un modo o l’altro non indica nulla (non indica il cilindro sul convesso o sul concavo come talvolta si crede). 

Trascuriamo il fatto che, per qualche ignota ragione, alcuni operatori invertono segno del cilindro tra la notazione della correzione per lontano e quella per vicino causando ambiguità, grossolani errori come stigmatizzato su un articolo sulla Rivista Italiana di Optometria qualche anno fa (Rossetti A. Un metodo insolito e sconsigliato per la notazione della prescrizione ottica. Rivista Italiana di Optometria RIO 2020; 41(2).

Esempio di notazioni equivalenti:

OD Sf -5,00 Cil -1,50 ax 90 (notazione segni concordi, non classica)

OD Sf -6,50 Cil +1,50 ax 180 (notazione segni contrari)

Da una notazione si può trasporre all’altra e viceversa. E trasporre anche in notazione bicilindrica equivalente: 

Cil -6,50 ax 90 

Cil -5,00 ax 180

©Anto Rossetti