La fatica delle donne di vedere la scheda elettorale

Anche la visione nella giornata della Repubblica del 2 Giugno 1946

Una giovane partigiana che ancora non poteva votare (Teresa Vergalli) ricorda che insegnava alle donne a dare il primo voto, quello tra repubblica e monarchia (vinta circa 12 milioni a 10). 

"Le donne avevano paura di sbagliare, di stropicciare la scheda, di rovinarne la piega nel gesto di chiuderla. Perché avevano mani forti da contadine, mani callose abituate alla vanga e alla zappa più che ai manufatti di carta. E molte erano analfabete, non distinguevano un simbolo dall'altro. Le più vecchie non si fidavano degli occhi stanchi, le lenti erano un lusso riservato ai ricchi. E io dicevo loro: andate tranquille, e siate libere di scegliere. La scelta questa volta è solo vostra”. 

Qui l'articolo letto su Radio Rai3 e l’originale intervista con Teresa Vergalli di Simonetta Fiori su la Repubblica.

Nella foto del suo blog Teresa è ritratta con una fotocamera biottica Rolleiflex, come la preferita da mia mamma Wanda Minelli Rossetti. La mamma, che aveva 22 anni (nata nel 1924) votò proprio per la prima volta.

L’anno dopo, nel 1947, il fascismo era "quasi ma non tutto" andato e la costituzione era quasi pronta (a fine anno). 

Un ulteriore particolare sul ruolo della donna in Italia in quegli anni. Mia mamma deve andare in prefettura a prendere la licenza di fotografa, roba importante perché aveva i vincoli di "pubblica sicurezza”. Poiché donna, la prefettura le chiede di andare accompagnata dal padre! Era la prima fotografa donna della provincia di Udine e Pordenone.

IMG 3027 Wanda Minelli con fotografie tra fine 1940 e 1950

Wanda Minelli Rossetti, tra 1940 e 1950. Prima fotografa (1947) della provincia di Udine e Pordenone


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Questi solo alcune delle migliaia di persone ritratte su lastra (qui riprodotte a bassa qualità).

©Anto Rossetti